Calcio e Chiropratica: intervista ad Antonio Gil, ex chiropratico dell’Atalanta

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Calcio e Chiropratica: intervista ad Antonio Gil, ex chiropratico dell’Atalanta. La più grande sorpresa del calcio europeo degli ultimi anni? L’Atalanta, squadra di provincia che ormai da tempo viaggia in top di classifica insieme e davanti alle squadre più celebri e di livello big. L’alta classifica della squadra non è casuale ma frutto di un ruolino di marcia a dir poco impressionante. Così, ora, sono tutti pazzi per l’Atalanta, sino a poco tempo fa snobbata. Succede sempre quando una squadra di provincia osa sfidare il potere calcistico delle grandi città. L’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini sorride guardando i suoi talenti quando la squadra corre a salutare la curva dopo ogni vittoria sulle note dell’inno “Dea Magica Dea”, il tifo esplode e vola insieme ai nerazzurri in una cavalcata che ha portato più volte l’Atalanta in Europa.

Calcio e Chiropratica: connubio vincente

Ma, sempre alla base del successo di qualsiasi impresa, c’è una squadra di professionisti che lavora e collabora per centrare l’obiettivo di un grande risultato e siamo contenti che un chiropratico, Antonio Gil, D.C. abbia avuto modo di contribuire, sino allo scorso anno, al successo dell’Atalanta.

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Antonio Gil, DC. Chiropratico dell’Atalanta

Originario di Santa Barbara, in California, Antonio Gil, arriva in Italia nel novembre del 1985, un anno dopo essersi laureato in Chiropratica presso il Palmer College di Davenport (Iowa, U.S.A.), e proprio nel nostro Paese inizia la vera e propria carriera chiropratica. Da subito le soddisfazioni non mancano, così come i riconoscimenti da parte di pazienti e colleghi. Infatti per la sua continua ricerca in ambito chiropratico viene nominato già nel 1998 Chiropratico dell’Anno, titolo assegnato dall’Associazione Italiana Chiropratici (AIC).

Calcio e Chiropratica: intervista al dr. Antonio Gil, ex chiropratico dell’Atalanta

Professionista di notevole esperienza, in quasi 40 anni di carriera, ha visitato più di 30 mila pazienti e ha sempre lavorato con atleti di alto livello, tra cui: l’ATP Tennis (circuito professionale di tennis maschile) dal 1998 al 2005 e Foppapedretti Pallavolo (vari scudetti e Campioni d’Europa) dal 2003-2007. Responsabile di Citylife Chiropratica (Milano) e del Centro Chiropratico Salus di Bergamo, ha collaborato negli anni con decine di professionisti, tra medici chirurghi, ortopedici, chiropratici, fisioterapisti e massaggiatori. Nel 2014, ha ricevuto come primo e unico chiropratico in Italia l’incarico di “primario” di un centro di Chiropratica in un ospedale, l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Alla luce di questo importante background gli abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire gli aspetti più interessanti della sua attività che pensiamo possano essere d’aiuto ad altri chiropratici, soprattutto se giovani e alle prime anni.

Dr. Gil, come è entrato a far parte del team medico della squadra di calcio Atalanta? Come è riuscito a realizzare con successo il connubio Calcio e Chiropratica?

“Sono stato contattato dal Direttore Sanitario della squadra, perché uno dei giocatori soffriva di un mal di schiena che non passava con le cure “classiche”. Fortunatamente le tecniche chiropratiche hanno dato ottimi risultati, recando immediati benefici. Per questo motivo, per la stagione 2005/2006, mi è stato offerto un contratto di consulenza con lo scopo di affiancare lo staff medico. La società mi ha sempre rinnovato il contratto ogni anno e adesso siamo arrivati a 18 anni di collaborazione”.

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Ha dovuto superare qualche pregiudizio dei giocatori nei confronti della Chiropratica, una disciplina ancora non sufficientemente conosciuta in Italia?

“All’inizio mi sentivo in prova, perché diverse persone della squadra non sapevano bene cosa fosse la Chiropratica e, soprattutto, non avevano mai avuto alcun approccio con un chiropratico di lunga esperienza e specializzato nelle scienze sportive e in Kinesiologia applicata. Pian piano, con umiltà e collaborazione e, naturalmente, grazie ai risultati concreti sono riuscito a conquistare la fiducia di giocatori, direttore sanitario, medico sociale e fisioterapisti. Ho concluso che la Chiropratica poteva veramente diventare un valore aggiunto per una squadra di calcio di Serie A”.

Cosa significa in termini operativi essere il chiropratico di una squadra di calcio?

“Il mio lavoro con l’Atalanta ha comportato un impegno regolare e assiduo: dovevo recarmi almeno una volta la settimana presso la sede di allenamento della squadra a Zingonia (provincia di Bergamo) per occuparmi dei giocatori, confrontandomi con il medico sociale e con il coordinatore sanitario. Di solito visitavo e trattavo i giocatori alla presenza del medico e, a volte, anche di uno dei fisioterapisti o del preparatore atletico. Spesso questi professionisti ti pongono delle domande in merito alla Chiropratica e alle sue tecniche. In questi casi cerco sempre di chiarire al massimo gli esiti della mia analisi e di spiegare il tipo di trattamento che decido di eseguire e il motivo per cui scelgo di applicarlo. A volte, durante la settimana, capitavano delle emergenze che mi inducevano a trattare i giocatori in uno dei miei studi a Bergamo o a Milano. Quindi dovevo sempre essere molto elastico e disponibile. Cosa che, del resto, mi è naturale, visto che anche con gli altri pazienti a volte si verificano emergenze che richiedono di inserire all’ultimo minuto una visita in studio”.

Com’è l’approccio chiropratico con i calciatori?

“È molto simile a quello che metto in pratica con gli altri pazienti che normalmente vedo nel mio studio, anche se non giocano a calcio professionalmente. Una cosa molto importante che vorrei precisare è che lo staff medico dell’Atalanta e i fisioterapisti sono altamente qualificati e risolvono quasi tutti i problemi fisici che si presentano nei giocatori. Questo ovviamente rendeva il mio lavoro molto più facile e meno faticoso, se pure sempre indispensabile per le mie particolari e specifiche conoscenze in merito ai vari aspetti della colonna vertebrale che mi permettono di risolvere diversi problemi fisici e di mantenere i risultati evitando l’assunzione di farmaci. Gli atleti che devono giocare una partita importante hanno bisogno di un fisico che funzioni al meglio e al massimo e, ovviamente, sono sotto pressione, dunque richiedono molte attenzioni e sono molto esigenti. Però, da subito, quando iniziano a mettersi nelle mie mani diventano più rilassati e anch’io mi sento subito a mio agio”.

Qual è il suo giudizio circa l’esperienza avuta presso l’Atalanta?

“È stata una splendida opportunità e considero un’esperienza decisamente positiva e formativa avere avuto la possibilità sia di trattare i giocatori di alto livello per tanti anni con regolarità nella loro sede di allenamento, sia di collaborare con i medici, i fisioterapisti e i preparatori atletici. Ho sempre spiegato a tutti le mie tecniche mentre le eseguivo, ma non ho mai pensato o temuto che qualcuno potesse rubarmi il mestiere: non ci si può improvvisare chiropratico ed è impossibile, senza un adeguato curriculum di studi, sostituirsi a un professionista che ha alle spalle una laurea in Chiropratica, conseguita dopo sette anni di studio universitario, altre tremila ore di specializzazione e a oltre 500.000 trattamenti. Spero, invece, di essere superato nel mio lavoro, da qualcuno dei miei colleghi, perché vorrei trasmettere ad altri la mia passione. Dicono, infatti, che il maestro migliore è quello che viene superato dal proprio allievo”.

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Calcio e Chiropratica: cosa consiglia a un giovane chiropratico che voglia collaborare con una squadra di calcio o con un team di un altro sport agonistico?

“Il primo consiglio è di affrontare gli esordi con calma, senza perdersi d’animo nel caso i risultati sui pazienti non siano immediati. Tutti, ma soprattutto gli atleti impegnati a livello agonistico, vorrebbero in un batter d’occhio ritrovarsi in perfetta forma. In proposito è invece importante ricordare che va sempre spiegata ai propri interlocutori la necessità di sottoporsi a controlli regolari, al fine di creare una proficua collaborazione tra chiropratico e paziente. Infatti, solo controllando i calciatori con assiduità, senza fretta e senza cercare di ottenere risultati rapidi e miracolosi ho potuto risolvere i vari casi in modo soddisfacente, rispettando i giusti tempi per ottenere il perfetto recupero fisico. E anche quando si ottengono benefici immediati va ricordato che è comunque indispensabile continuare i trattamenti chiropratici per rendere i risultati duraturi: occorre infatti monitorare per qualche periodo le correzioni per verificare ed essere certi che si siano completamente stabilizzate. Un altro suggerimento che ritengo sia importante per i chiropratici che desiderano seguire le squadre professionali è di continuare a studiare e ad aggiornarsi per migliorare conoscenze e professionalità”.

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C’è un augurio che desidera fare ai giovani Doctors of Chiropractic?

“Certamente. Auguro a tutti i neochiropratici di riuscire a trovare colleghi e maestri che diano loro l’opportunità di crescere nell’ambito della Chiropratica e della Kinesiologia applicata, una disciplina che permette di raggiungere notevoli risultati con i pazienti, ma che attualmente, deve essere ancora approfondita e studiata con impegno per esprimere al massimo le sue potenzialità”.

 

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