Claudio Cecchetto: “La chiropratica mi diverte”. Produttore discografico, disc jockey, conduttore radiofonico e televisivo, cantante, straordinario talent scout, volto tra i più noti dell’intera storia della televisione italiana. È Claudio Cecchetto, un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Tre volte conduttore del Festival di Sanremo, conduttore nel 1982 della seconda edizione di Fantastico, programma televisivo RAI che nell’arco di quasi un ventennio animerà negli anni Ottanta e Novanta il sabato sera di milioni di italiani incollati allo schermo. Alzi la mano poi chi non ricorda il suo Gioca jouer, 45 giri di straordinario successo che nel 1981 farà gioiosamente ballare intere generazioni e venderà, nel nostro paese, oltre mezzo milione di dischi. E poi, dicevamo, la sua eccezionale capacità di scovare e valorizzare talenti. Qualche nome? Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus, Max Pezzali, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni, Luca Laurenti e molti, molti altri. Un’agenda piena di impegni, quella di Cecchetto; nella quale però trova spazio con regolarità l’appuntamento col chiropratico.
Chiropratica & Salute è andata a intervistarlo per farsi raccontare del suo rapporto con la professione sanitaria fondata nel 1895 da D.D. Palmer. Riportiamo integralmente l’intervista, comparsa nel n° 24 dell’edizione cartacea di Chiropratica & Salute.
Claudio Cecchetto, come ha conosciuto la Chiropratica?
La conosco da oltre trent’anni. I primi contatti con la Chiropratica li ho avuti alla fine degli anni Ottanta. Mi trovavo a Ibiza. Non sapevo cosa fosse né in che modo agisse. Ricordo che il chiropratico mi “scrocchiò” un po’ e io ne trassi particolare beneficio. Compresi subito le grandi potenzialità di questa professione.
E poi?
E poi di recente, dopo molti anni ho deciso di tornare dal chiropratico.
Come mai?
Perché il ricordo degli “aggiustamenti” ricevuti a Ibiza era ancora vivo in me. Ricordavo con piacere la sensazione di benessere che ne avevo ricavato. E poi all’epoca mi colpì il fatto che i chiropratici lavorano sulla tua salute senza mai ricorrere ai farmaci. Laddove possibile, è una gran bella cosa.
E come è stato il suo ritorno alla Chiropratica?
Divertente. La Chiropratica mi diverte. Sono tornato dal chiropratico non perché avessi dei disturbi o uscissi da qualche malanno. Ho scelto di tornarci perché stavo bene ma volevo stare meglio. E così è stato. E mi sono divertito, perché quando il chiropratico lavora sulla colonna vertebrale sembra che debba succedere chissà cosa. E invece non succede nulla. I trattamenti non sono dolorosi, torni a casa tutto intero, ti senti meglio e, come dicevo, ti diverti un sacco.

“Da Cecchetto ho imparato a comunicare la comunicazione”. Parole di Jovanotti. Dovesse lei comunicare la Chiropratica, in che direzione andrebbe?
Provare. La Chiropratica va provata. In un periodo come questo, sottoporsi a un semplice controllo dal dottore chiropratico è un’esperienza utile, rigenerante e divertente. Provate la Chiropratica. Questo direi. Questo comunicherei.
Nel suo libro “In diretta: Il talento è un dono, il successo un mestiere” lei evidenzia come il successo occorra guadagnarselo lavorando con sacrificio. Secondo lei, i ritmi frenetici che il mondo delle spettacolo impone a chiunque lo frequenti, lasciano spazio al prendersi cura della propria persona?
Non è semplice ma va fatto. E ognuno lo fa alla sua maniera. C’è chi segue diete rigorose, chi si dà al jogging. Il mestiere dell’artista richiede una continua attenzione al proprio fisico. Se sei in forma tutto diventa più facile e più divertente, perché se ti prendi cura di te con regolarità, puoi concentrarti sul tuo lavoro con maggiore efficienza.
Claudio Cecchetto, che ruolo può giocare la Chiropratica sotto questo aspetto?
Un ruolo importante, immagino. Io sono tornato dal chiropratico dopo molti anni e sto iniziando a conoscere sempre meglio questa disciplina. Tra qualche tempo saprò esserle ancora più preciso.
Nel frattempo?
Nel frattempo andrò dal chiropratico e continuerò a divertirmi.