Chiropratica nel Basket: l’esperienza della dr. Ciraolo con l’Orlandina Basket

Orlandina Basket | Signorino Fotografi
Orlandina Basket | Signorino Fotografi
Orlandina Basket | Signorino Fotografi

di Maria Catena Ciraolo.

Tratto dalla rivista Chiropratica & Salute | Marco Traferri Editore, col patrocinio dell’Associazione Italiana Chiropratici.

Capo d’Orlando, comune di circa 14.000 abitanti in provincia di Messina, ha una squadra di basket che milita nella serie A italiana. Con ogni probabilità è la più piccola cittadina europea ad avere una squadra, l’Orlandina Basket, in prima serie. Negli anni si sono, quindi, avvicendati a Capo d’Orlando numerosi cestisti di diverse nazionalità, molti dei quali americani. Nel 2012 uno di questi, Otis George, accusando forti dolori alla schiena, si rivolge al preparatore atletico della squadra e richiede espressamente l’intervento di un chiropratico. Giuseppe Walter Allotta mi contatta e, grazie ai risultati ottenuti con il cestista americano, inizia la mia avventura nel mondo del Basket professionistico. Negli ultimi cinque anni, infatti, grazie alla sinergia venutasi a creare con Walter dopo l’iniziale scetticismo manifestato dai più nei confronti della chiropratica, sono stata chiamata sempre più spesso a intervenire sui giocatori dell’Orlandina Basket, tanto che oggi, su richiesta della stessa società sportiva, mi capita spesso di intervenire sugli atleti anche nei momenti immediatamente precedenti l’inizio delle gare ufficiali. Il giocatore di basket di buon livello, infatti, deve possedere una serie di qualità fisiche indispensabili per lo sviluppo efficace del gioco, in quanto il basket è uno sport di situazione a impegno aerobico-anaerobico alternato, con particolari richieste di resistenza specifica e con un carico medio-elevato di forza. Deve essere, quindi, in grado di correre a ritmi variabili su distanze diverse, con continue accelerazioni e decelerazioni, arresti e cambi bruschi di direzione; eseguire un gran numero di salti, da fermo o con rincorsa; conquistare e lanciare la palla, dal peso superiore al mezzo chilogrammo, a varie distanze. Tutto ciò in spazi molto ristretti e ostacolato dagli avversari.

Nello sport professionistico degli ultimi anni si è verificato un aumento significativo degli infortuni.

Le nuove regole di gioco, nate per creare più spettacolo e per soddisfare i tempi televisivi, hanno reso le azioni più rapide, frequenti i cambi di direzione, ridotti gli spazi di gioco, aumentato l’agonismo. L’elevata frequenza dei tornei, degli incontri amichevoli così come l’aumentato numero di competizioni stagionali, fanno sì che la preparazione atletica non possa essere svolta con gradualità e costanza, nel rispetto dei giusti empi di recupero. Statistiche americane risalenti ad alcuni anni fa, riportano il basket al primo posto tra le dieci discipline sportive praticate negli USA con il maggior numero di infortuni annui. Il basketball rientra nella classifica degli sport da contatto e quindi non mancano i traumi, che sono ricollegabili alle gestualità tecniche specifiche, come i salti ed i rimbalzi. I giocatori con i ruoli di centro e guardia sono, infatti, quelli maggiormente esposti a infortuni. Secondo alcune ricerche, i meccanismi lesivi riguardano al 70% gli arti inferiori, anche se i traumi degli arti superiori, come distorsioni metacarpofalangee e interfalangee, appaiono in aumento.

La lesione più frequente nel basket è a carico dell’articolazione tibio-tarsica, lesione che si verifica dopo un tiro in sospensione, dopo un salto o un rimbalzo, momento in cui la forza dìimpatto sul parquet supera notevolmente il peso corporeo reale del giocatore e l’apparato muscolo-scheletrico-tendineo viene messo a dura prova dall’impatto del piede sul terreno.

Il legamento peroneo astragalico anteriore è nell’80% dei casi quello più interessato. La distorsione del ginocchio, spesso determinata dai repentini cambi di direzione nelle azioni di gioco, è un altro trauma che affligge spesso i giocatori di pallacanestro, causando lesioni capsulo-legamentose ed a volte fratture dell’articolazione.

Orlandina Basket | Signorino Fotografi
Orlandina Basket | Signorino Fotografi

 

Negli ultimi anni, sia in gara che in allenamento, si è verificato un aumento percentualmente significativo degli infortuni al legamento crociato anteriore (LCA).

Il meccanismo traumatico delle lesioni dell’LCA è ricollegabile all’alto numero di sollecitazioni diversificate, torsionali e di lateralità, cui il ginocchio è sottoposto durante le varie fasi di gioco. Tale meccanismo traumatico è imputabile anche alla lesione del menisco. Durante una partita di basket, infatti, l’articolazione del ginocchio viene sottoposta a carichi fino a nove volte il peso corporeo dell’atleta.

La lombalgia è, poi, molto comune tra i giocatori di basket, normalmente dotati di una struttura fisica imponente. 

La colonna vertebrale ha una funzione di sostegno, di protezione del midollo spinale e contribuisce alla locomozione globale del corpo. Alcuni sport come il basket possono avere effetti

Maria Catena Ciraolo con Sandro Nicević
Maria Catena Ciraolo con Sandro Nicević

contraddittori sul rachide lombare, poiché mentre da un lato garantisce un rinforzo del core muscolare del tronco e ne aumenta stabilità ed elasticità (una muscolatura tonica ed elastica permette di assorbire efficacemente i traumatismi che altrimenti si ripercuoterebbero sul rachide), dall’altro lato però sottopone il corpo a sollecitazioni e microtraumi ripetuti che non si avrebbero nella vita normale e che col trascorrere del tempo causano un danno alle strutture. Spesso la lombalgia è associata alla formazione di una o più ernie discali che oltre alle locali algie causano segni e sintomi da compressione del midollo spinale o delle radici nervose quali formicolio, addormentamento, dolore agli arti inferiori, debolezza muscolare, ecc. Tra le infiammazioni più frequenti, inoltre, nei giocatori di basket si riscontrano quella del tendine d’Achille, determinata dal grande sforzo al quale sono sottoposti piedi e caviglie per mantenere l’equilibrio in condizioni estreme di scatto, salto e atterraggio e che nei casi più gravi può determinare lo strappo del tendine, e l’infiammazione del tendine del bicipite che, come la tendinite alla cuffia dei rotatori della spalla, rientra tra i traumi da usura legati al basket, che si caratterizzano per il dolore che si propaga dalla spalla a tutto il braccio. Così come è dato riscontrare sia lo strappo del muscolo del polpaccio, che può andare da un semplice stiramento ad una rottura completa delle fibre muscolari, che la fascite plantare, causa più comune di dolore al calcagno, rappresentando circa il 10% di tutte le Patologie del piede. Gli infortuni sportivi sono un serio condizionamento atletico, in quanto disturbano il normale funzionamento biomeccanico del corpo, influendo negativamente sulla performance atletica. Questo concetto è fondamentale per capire il perché dell’importanza della chiropratica come disciplina olistica nell’ambito sportivo, in quanto si basa sul principio che il corpo umano funziona in maniera ottimale se controllato da un sistema nervoso sano. D’altronde, i nervi spinali originano dal midollo spinale, protetto dalla colonna vertebrale, e rappresentano il maggiore mezzo di comunicazione tra il cervello/corpo/cervello. La loro trasmissione neurologica può essere disturbata se le articolazioni della colonna vertebrale non si muovono in maniera corretta (sublussazione vertebrale). Il chiropratico attraverso l’aggiustamento, termine che contraddistingue il trattamento chiropratico, vertebrale è in grado di ripristinare la normale funzione dell’articolazione e delle strutture circostanti, in modo da ottenere un’ottimale comunicazione tra il sistema nervoso centrale e quello periferico. Un atleta privo di sublussazioni vertebrali non mette sotto particolare sforzo muscoli e articolazioni e quindi non incorre in microtraumi che a lungo andare si manifestano attraverso distorsioni, stiramenti e un affaticamento precoce. La conclusione cui sono giunta è che il buon equilibrio del sistema neuro-muscolo-scheletrico che il chiropratico riesce a garantire, consente all’atleta di ridurre significativamente il numero di infortuni, velocizzare i processi di recupero -con conseguente riduzione sia dei giorni di mancato allenamento che della necessità di assumere farmaci- oltre che aumentare controllo ed equilibrio e migliorare le proprie prestazioni atletiche. Grazie ai risultati raggiunti e a quelli che si possono raggiungere è sempre più alto il numero di atleti che si rivolgono al chiropratico.