Disturbi post traumatici da stress: cosa sono? Perché sorgono? Come si curano? Un approccio terapeutico multidisciplinare seguendo la teoria polivagale del dr. Stephen Porges.
Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di disturbi post traumatici da stress causati da traumi che il sistema nervoso non riesce a superare e integrare, come per esempio il Long Covid. I tipici sintomi che i pazienti presentano sono stanchezza cronica, insonnia, dolori cronici e tensioni muscolari, irrigidimento delle articolazioni, dolori e infiammazioni alle giunture, bruxismo, tensioni alle articolazioni temporomandibolari, disautonomia e difficoltà di digestione, stipsi, inappetenza o attacchi compulsivi di fame, irritabilità , sbalzi d’umore, depressione, attacchi di panico, annebbiamento mentale, difficoltà di concentrazione, inefficienza. I perché di questi sintomi sono ben spiegati dalla teoria polivagale che nel 1994 il dr. Stephen Porges ha presentato alla comunità scientifica.
Disturbi post traumatici da stress: la teoria polivagale del dr. Stephen Porges
Secondo questa teoria il nervo vago, decimo nervo cranico, dal latino vagus perché nasce dal cervello e vaga letteralmente per tutto il corpo innervando tutti gli organi che incontra dalla sua fuoriuscita dal forame magnum fino a raggiungere l’intestino, è in realtà composto da due distinti rami che funzionano autonomamente e distintamente. Il primo ramo ha origine dal nucleo dorsale del vago e scende direttamente allo stomaco e intestino. È il ramo più antico, evolutivamente parlando ed è anche il più semplice non essendo coperto di mielina. Ne sono dotati rettili, vertebrati semplici e mammiferi. Nei mammiferi, alla trentesima settimana di gestazione del feto, alcune cellule cerebrali migrano anteriormente dal nucleo dorsale del vago al nucleo ambiguo e danno origine al ramo anteriore del vago.
Questo ramo innerva alcuni muscoli del viso, i polmoni e il cuore, è ricoperto di mielina, è esclusivo dei mammiferi ed è responsabile delle interazioni sociali. Solamente il 20% delle fibre del nervo vago sono afferenti e viaggiano dal cervello agli organi, mentre l’80% sono efferenti ossia vanno dagli organi al cervello. Per questo motivo secondo la teoria polivagale vi è una bidirezionalità di stimoli che possono avvenire dal cervello al corpo e viceversa (psicosomatico vs somatopsichico).
Perché i mammiferi hanno sviluppato il secondo ramo del nervo vago?
I rettili hanno sviluppato solo il ramo posteriore del nervo vago e visto che il loro cervello necessita di poco ossigeno, quando si sentono in grave pericolo si fingono morti, il loro organismo si blocca completamente mostrando agli eventuali predatori una morte apparente. Questo stato di tanatosi e/o congelamento fa si che tutti i muscoli si irrigidiscano, il battito cardiaco diminuisca e di conseguenza circoli meno ossigeno, e che si liberi di ogni escremento superfluo alla sopravvivenza momentanea evacuando urina e feci. In questo modo, visto che i predatori preferiscono cibarsi di animali vivi, aumentano le possibilità di sopravvivenza. Possiamo comunque osservare il fenomeno della tanatosi, la cosiddetta morte apparente, in tutte le specie animali che la utilizzano come tecnica per sfuggire ai predatori, in particolare negli invertebrati come le formiche e le api, nei rettili come le lucertole e i serpenti, in alcuni uccelli, nei crostacei e nei cavallucci marini, nelle rane e anche in alcuni mammiferi primo tra tutti l’opossum.
I vertebrati, come per esempio i pesci, hanno sviluppato lungo la spina dorsale la catena dei nervi simpatici che contrasta l’azione dei nervi parasimpatici, di cui il nervo vago è il principale, dando origine alla reazione di combattimento/fuga in caso di pericolo. Questa reazione è meno drastica della precedente, seppur autonoma. I mammiferi infine hanno anche il ramo anteriore del nervo vago per contrastare l’eccesso di reazione al pericolo, creato dalle reazioni precedenti, in quanto il loro cervello ha bisogno di più ossigeno rispetto ai rettili e ai vertebrati semplici. Il loro sistema nervoso autonomo ha pertanto bisogno di un sistema di controllo che inibisca la reazione eccessiva del congelamento che, se prolungata, porterebbe a un danneggiamento del cervello e di tutto l’organismo.
Il ramo anteriore del vago è inoltre responsabile delle reazioni sociali tra mammiferi, in quanto sia dall’espressione del viso, sia dal tono di voce, sia dall’atteggiamento posturale possiamo renderci velocemente conto se ci troviamo di fronte a un pericolo o se invece possiamo socializzare con un altro mammifero. Per esempio, se osserviamo un cane che ringhia e abbaia o un essere umano che alza la voce il nostro sistema nervoso entra automaticamente in allarme e si prepara ad affrontare il pericolo, mentre se vediamo avvicinarsi un cane scodinzolante, o quando ascoltiamo una madre parlare dolcemente al proprio figlio, automaticamente il nostro sistema nervoso si rassicura, si calma e siamo pronti eventualmente a interagire.
Dovunque ci troviamo il nostro sistema nervoso valuta i rischi automaticamente e se non si sente al sicuro, non ci fa sentire tranquilli. Per questo motivo nessuna terapia fisica o comportamentale può essere efficace se il paziente non si sente al sicuro nel luogo in cui si trova o con il terapeuta che esercita la terapia.

Questo avviene soprattutto con pazienti che hanno subito traumi psicofisici. Per esempio, una persona che è stata morsa da un cane da piccolo spesso non ama essere avvicinata da cani, nemmeno da quelli che scodinzolano e appaiono innocui, o ancora una persona che ha subito violenze non ama essere toccata e rifugge qualsiasi tipo di terapia fisica, anche massaggi che altri individui troverebbero molto rilassanti. Le persone che soffrono di disturbi post traumatici da stress vivono in costante stress e, ricordando sempre i traumi che hanno subito, creano un fenomeno di dissoluzione, dove il loro sistema nervoso autonomo si sposta progressivamente verso i circuiti primitivi, ossia attivando costantemente e progressivamente prima lo stato di combattimento/fuga, poi lo stato di congelamento.
Negli individui che soffrono di acufeni somatosensoriali, per esempio, il sistema nervoso pensa di essere sempre in pericolo, attivando i muscoli dell’orecchio medio che diventano ipersensibili ai suoni di bassa frequenza, modificando le otoemissioni per poter identificare qualsiasi movimento che potrebbe essere potenzialmente pericoloso. Per poter calmare il sistema nervoso autonomo di chi soffre di disturbi da stress post traumatico, innanzitutto è necessario che la persona si senta in un ambiente al sicuro e che il terapeuta si ponga al cospetto del paziente in uno stato rilassato, riassicurativo, che parli con voce calma prosodica e che dimostri nei confronti del paziente empatia e compassione. A questo punto, una volta che lo stato neurosensoriale del paziente lo permetta, il terapeuta potrà passare alla fase due.
La fase due consiste nelle varie terapie che possono essere utili al paziente, che abbiano lo scopo di inibire l’eccessiva risposta allo stress del sistema nervoso autonomo. Le terapie dovranno creare nei pazienti alcuni rituali che ne modificheranno la postura e la vocalizzazione.
Disturbi post traumatici da stress: la chiropratica basata sulla neurologia funzionale
La chiropratica basata sulla neurologia funzionale e specifici metodi che abbiamo sviluppato e stiamo insegnando da alcuni anni negli Stati Uniti, hanno lo scopo di inibire l’eccessiva risposta vasovagale, eliminare la tensione della dura madre, bilanciare e rieducare il sistema nervoso autonomo e gli organi a esso associati. Per questi motivi abbiamo riscontrato notevoli benefici su pazienti che soffrono di disturbi cronici da stress come per esempio quelli tipici del Long Covid. Particolarmente efficace, inoltre, nei pazienti che mal sopportano il trattamento manuale, la collaborazione che abbiamo da tempo sviluppato con terapeuti professionisti specializzati nel curare i traumi con la voce e che vede uniti psicologi e logopedisti americani ed europei. Anch’essi utilizzano anch’essi le teorie del dott. Porges per creare un movimento congiunto e sinergico con lo scopo di poter aiutare più persone possibile a guarire naturalmente dai disturbi post traumatici da stress e raggiungere la piena salute.
Manuel Mazzini, DC

Manuel Mazzini, dottore chiropratico in Milano, già segretario dell’Associazione Italiana Chiropratici, nel 2006 Chiropratico AIC dell’Anno e nel 2016 TMC International Chiropractor of the Year. È titolare dello Studio Mazzini Chiropractic Center di Milano.