Sara Bertelà: La Chiropratica? Anima, corpo, pensiero. “La continua attenzione alla colonna vertebrale appartiene alla mia professione”. Parole di Sara Bertelà, attrice e regista ligure, genovese di adozione e di formazione, una lunghissima e prestigiosa carriera nel mondo del teatro, del cinema e della televisione.
“Avere la continua percezione di sé stesse all’interno dello spazio che occupiamo sul palcoscenico e, per noi attrici, di importanza fondamentale. In tutto ciò, a darmi una grande mano è proprio la Chiropratica, con la sua profonda attenzione alla colonna vertebrale”, dichiara l’attrice milanese nata a La Spezia, intervistata dal periodico Chiropratica & Salute, Marco Traferri Editore.
Sara Bertelà, come nasce il tuo rapporto con la Chiropratica?
“Potrà sembrare strano ma il mio rapporto con la Chiropratica nasce per un problema di cui soffrivano le mie corde vocali”.
Cosa c’entra la Chiropratica con le corde vocali?
“Ho scoperto che c’entra molto. Non lo avrei mai immaginato. Alcuni anni fa, a motivo di un vecchio nodulo che risaliva ai miei diciotto anni, un tratto delle mie corde vocali risultava ispessito. All’epoca curai questo problema con un lungo mese di silenzio. Le cose migliorarono ma, da allora, quella frazione di corda vocale prese a soffrire di una certa debolezza e ogni tanto la mia voce si abbassava. Le cose poi, qualche anno fa, peggiorarono improvvisamente. Comparve un reflusso gastroesofageo, che irritava le mie corde vocali e io finivo col rimanere senza voce.”
Un problema serio per un’attrice.
“Sì, molto. Per un’attrice fare i conti con l’afonia è davvero frustrante. D’accordo coi miei medici, anche se la prospettiva non mi allettava di certo, decisi di sottopormi a un intervento. Un famoso chirurgo francese sarebbe intervenuto per risolvere una volta per tutte il problema dell’ispessimento. Pochi giorni prima dell’intervento entrò però in scena il chiropratico”.
Raccontaci di più.
“A motivi dei nostri figli, che giocano a calcio insieme, io e il dr. Manuel Mazzini ci conoscevamo già. Non gli avevo mai parlato del mio problema. Non ti viene troppo spontaneo parlare di corde vocali a un chiropratico. Quel pomeriggio però decisi di descrivergli la mia situazione. E lui ebbe un’intuizione straordinaria”.

Spiegaci meglio.
“Mi suggerì una radiografia del tratto cervicale. Mi spiegò che alcuni cantanti suoi pazienti accusavano fastidi simili al mio e che il loro problema, per quanto possa sembrare strano, era da ricondurre alla sofferenza dei nervi che nascono da alcune vertebre cervicali traumatizzate. Alcuni, mi spiegò, innervano le corde vocali che di conseguenza, se sollecitate da grandi sforzi come nel caso dei cantanti e degli attori, non funzionano a dovere. Altri innervano direttamente il diaframma e lo stomaco e anche in questo caso, funzionando male, possono creare un’eccessiva produzione di succhi gastrici che causano un reflusso esofageo, finendo così per irritare le corde vocali”.
E la radiografia cosa rilevò?
“Esattamente ciò che aveva intuito il chiropratico. Due vertebre apparivano un pochino schiacciate. Iniziai immediatamente gli aggiustamenti chiropratici”.
Con quali risultati?
“Immediati e sorprendenti. All’inizio mi recavo dal chiropratico tre volte la settimana. I progressi erano evidentissimi. Di trattamento in trattamento il reflusso diminuiva. Meno succhi gastrici, meno irritazione alle corde vocali. Cancellai l’appuntamento col chirurgo. Niente più operazione”.
La tua soddisfazione si percepisce forte.
“Sì. Il lavoro del chiropratico mi diede modo di tirare un sospiro di sollievo. Per un’attrice evitare l’intervento alle corde vocali è un risultato straordinario. L’operazione rischia di cambiarti la voce, di modificare i tuoi armonici. Avevo l’incubo di non essere più riconoscibile dal pubblico”.
Per un’attrice evitare l’intervento alle corde vocali è un risultato straordinario.
E oggi? Sara Bertelà va ancora dal chiropratico?
“Sì, con una certa regolarità. L’aggiustamento chiropratico è un’esperienza sempre piacevole. Per una donna come me, piena di impegni e divisa tra il teatro e la famiglia, recarsi dal chiropratico è un momento di rigenerazione, un sorta di zona franca nella quale sospendi ogni pensiero, ogni giudizio e ogni responsabilità, per abbandonarti fiduciosa nelle sue mani. Di recente poi, complice la preparazione per il nuovo spettacolo, per il quale sto compiendo un intenso lavoro mnemonico, avvertivo forti mal di testa. Il chiropratico mi ha risolto ogni problema con una rapidità sorprendente”.
Sara Bertelà, qual è l’aspetto della Chiropratica che più ti affascina?
“La sua capacità di arrivare, con pochi gesti veloci e precisi, all’intersezione dell’animo, del corpo e del pensiero. Il chiropratico sa congiungere meglio di chiunque altro, con gesti minimi, quasi impalpabili, tutti gli aspetti dell’animo umano. Accade qualcosa di piacevole e di unico ogni volta che ti metti nelle mani del chiropratico“.
Accade qualcosa di piacevole e di unico ogni volta che ti metti nelle mani del chiropratico
Nel mondo del teatro è diffusa la figura del chiropratico? Gli attori vi si rivolgono spesso?
“Non troppo. Sarebbe bello che i miei colleghi imparassero a conoscere meglio la Chiropratica e a ricorrervi più di frequente. Ne trarrebbero grande giovamento dal punto di vista professionale e personale. Una volta che provi la Chiropratica non l’abbandoni più”.
Sara Bertelà

Sara Bertelà, nata a La Spezia, genovese di adozione e di formazione. Vive a Milano. Debutta a 18 anni al Teatro Stabile di Genova. Numerosissimi gli impegni a teatro negli oltre trent’anni di carriera. Tra questi L’avaro di Moliere per la regia di Gianfranco De Bosio, Ivanov di Čhecov diretto da Filippo Dini, Pane altrui di I. Turgenev per la regia Marco Sciaccaluga, Il misantropo di Moliere per la regia di Valter Malosti, le commedie di Carlo Goldoni, le opere di Brecht, Ben Jonson, Pierre Corneille. Premio Duse nel 1991 come Miglior attrice emergente nel ruolo di Christine in Amoretto di Schnitzler, riceve nel 2006 il Premio E.T.I. Gli Olimpici del Teatro come Miglior attrice non protagonista nello spettacolo L’illusione comica di Corneille, regia di Mario Sciaccaluga. Prestigiose le collaborazioni con Carlo Albertazzi, Jacopo Gassmann, Carlo Giuffrè, Cristina Comencini, Sergio Fantoni, Andrée Ruth Shammah. Nel 2013 riceve il Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista nello spettacolo Exit, regia di Fausto Paravidino. L’anno successivo riceve a Volterra il Premio ANCT – Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per la miglior interpretazione in Una specie di Alaska, regia di Valerio Binasco. Sara Bertelà vanta anche prestigiose collaborazioni nel mondo del cinema e del piccolo schermo. Nel 2009 è al fianco di Carlo Verdone e Silvio Muccino nel film Il mio miglior nemico, regia di Carlo Verdone. In TV partecipa, tra le altre, alle serie Un posto al sole e Provaci ancora Prof. Nel 2020 l’abbiamo vista al cinema in Favolacce, regia di Damiano e Fabio D’Innocenzo e in Il ritorno di Casanova diretto da Gabriele Salvatores. Nel 2021 era su Rai1 nella serie TV Blanca.