Sciatica e oppioidi: uno studio americano conferma l’efficacia della chiropratica. Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista PLOS ONE ha evidenziato un’associazione significativa tra il ricorso iniziale alla chiropratica (CSM, chiropractic spinal manipulation) nei pazienti con sciatica di nuova diagnosi e una minore incidenza di eventi avversi da oppioidi (ORADEs, opioid-related adverse drug events), come overdose e intossicazione, nel corso dell’anno successivo.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori guidati dal chiropratico Robert Trager presso lo University Hospitals Connor Whole Health, ha preso in esame i dati clinici di oltre 744.000 pazienti adulti. I risultati mostrano che solo lo 0,09% dei pazienti trattati inizialmente con manipolazione spinale chiropratica ha sviluppato un evento avverso legato agli oppioidi entro un anno, rispetto allo 0,30% nel gruppo che ha ricevuto le cure mediche convenzionali, dato che indica una riduzione del 71% del rischio.
Oltre a questo, i pazienti del gruppo CSM hanno mostrato anche una minore probabilità di ricevere una prescrizione di oppioidi orali (32% in meno rispetto al gruppo di confronto).
“Studi precedenti avevano già documentato una minore incidenza di prescrizione di oppioidi nei pazienti trattati con cure chiropratiche. Questo studio aggiunge un ulteriore livello di rilevanza clinica, concentrandosi sugli effetti avversi legati agli oppioidi”, ha spiegato il dottor Trager, autore principale della ricerca.
La co-autrice Roshini Srinivasan, medico di ruolo presso il Duke University Hospital, ha sottolineato che la manipolazione spinale chiropratica rappresenta non solo una modalità efficace per il controllo del dolore e il recupero funzionale, ma anche un possibile strumento preventivo rispetto alle complicanze legate all’uso di farmaci analgesici.
Lo studio è stato condotto con un approccio retrospettivo. I ricercatori hanno escluso i pazienti con una precedente diagnosi di disturbo da uso di oppioidi o già colpiti da eventi avversi correlati. Inoltre, è stato utilizzato il metodo di propensity score matching per bilanciare i due gruppi in base a variabili cliniche rilevanti, come età, sesso, uso di altre sostanze e farmaci concomitanti.
Il metodo di propensity score matching utilizzato nello studio è una tecnica statistica che permette di mettere a confronto due gruppi di pazienti molto simili tra loro, tenendo conto di vari fattori come età, sesso, altre malattie e terapie. In questo modo si riduce il rischio che differenze tra i gruppi possano influenzare i risultati, rendendo più affidabile il confronto tra i gruppi stessi di pazienti.
Gli autori riconoscono i limiti dei dati osservazionali e delle analisi retrospettive, tra cui la possibilità di fattori confondenti non misurati. Tuttavia, sottolineano che i risultati sono in linea con le attuali linee guida cliniche, che raccomandano approcci multimodali al trattamento della sciatica, inclusa la manipolazione spinale.
Ulteriori studi saranno necessari per determinare se la riduzione degli eventi avversi osservata sia direttamente attribuibile alla manipolazione chiropratica o a un più ampio effetto dell’approccio non farmacologico alla cura del dolore.
Lo studio originale pubblicato su Plos One è disponibile seguendo questo link.