Due lauree. Una in Lingua e Letteratura Tedesca, una in Psicopedagogia. Tre Master: Psicologia Dinamica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Psicologia Clinica. Giornalista, scrittrice, educatrice, attrice, conduttrice televisiva, personaggio televisivo amato e apprezzato da più generazioni per la sua professionalità, le sue capacità, il suo garbo, il suo porsi dinanzi alle telecamere in punta di piedi, con un maniacale rispetto per il pubblico. Debutta in TV nel 1982, ad appena 19 anni, in Portobello, la storica trasmissione di Enzo Tortora, per poi lavorare a lungo al fianco di Mike Bongiorno. È Susanna Messaggio, 56 anni, titolare da oltre vent’anni di SM, agenzia di comunicazione milanese con una forte presenza nel settore del benessere, della medicina e della farmaceutica. Il suo interesse per il tema della salute la porta a più riprese a contatto con la chiropratica. L’abbiamo incontrata e ci siamo fatti descrivere il suo rapporto con la professione fondata nel 1895 da D.D. Palmer.
Susanna, come ha conosciuto la chiropratica?
Nei primi anni 2000, una mia amica mi riferiva di come, per i suoi problemi alla cervicale, stesse traendo beneficio dalla chiropratica. Io da ragazzina avevo subito un infortunio pattinando. Da allora ho sempre avvertito la necessità di prendermi maggior cura della mia schiena. Decisi così, spronata dalla mia amica, di recarmi anch’io dal chiropratico.
Come fu il suo primo impatto con il chiropratico?
Avevo un certo timore. I rumorini che la mia colonna vertebrale produceva durante gli aggiustamenti non mi tranquillizzavano troppo, ma mi resi subito conto che ero alle prese con un professionista molto qualificato che stava riportando la mia spina dorsale alla sua naturale funzionalità. Mi sentii immediatamente meglio.
Cosa le piacque di quei primi trattamenti?
Mi aiutarono a prendere maggiore consapevolezza del mio apparato scheletrico. Grazie al lavoro del chiropratico mi rendevo progressivamente conto di quanto fosse importante prendersene cura, conoscerlo in maniera più approfondita. E soprattutto mi piaceva il modo in cui il chiropratico – con opportuni aggiustamenti e con una serie di suggerimenti – riuscisse a restituirmi il naturale equilibrio, spesso alterato da posture non corrette.
Oggi qual è il suo rapporto con la chiropratica?
È un ottimo rapporto. Migliorare la nostra struttura muscolo-scheletrica, prendersene debita cura, è fondamentale. Scheletro e muscolatura sono l’incipit di ogni nostra attività quotidiana. Dobbiamo prestare loro la dovuta attenzione. E la chiropratica, con il suo approccio olistico alla salute, ci aiuta a farlo nel modo migliore
Concetti, questi, di cui lei si occupa anche nella sua professione.
Sì. Nel mio lavoro mi occupo di benessere. Non è un caso che più volte, da giornalista e da professionista della comunicazione, io abbia avuto modo di occuparmi della chiropratica.
Come giudica il fatto che in Italia non vi siano ancora scuole di chiropratica?
La reputo un’assurdità. Negli Stati Uniti, così come in numerosi altri paesi d’Europa, si studia chiropratica da molti anni, in corsi universitari che possono durare anche sette anni. Da quelle scuole escono ogni anno professionisti sanitari di alto profilo. Spero che ben presto anche in Italia sussistano le condizioni per avviare corsi di chiropratica. Così come spero che presto la chiropratica, professione sanitaria già riconosciuta nel 2007, possa vedere avviato il Registro dei Chiropratici. Tutto ciò al fine di proteggere i pazienti dal fenomeno dell’abusivismo e anche per evitare la cosiddetta “fuga dei cervelli”. Un quadro ben definito attorno alla professione consentirebbe a molti ragazzi di rimanere a lavorare nel nostro paese guardando al futuro con ottimismo. È una questione di buon senso. In Italia a volte non ne abbiamo granché.